Secondo il metodo Montessori, la giostrina di Munari è la prima giostrina da proporre al neonato. Il mobile prende il proprio nome da Bruno Munari, il poliedrico intellettuale milanese, celebre anche per i suoi studi sul movimento, la luce, e lo sviluppo della fantasia durante il periodo più creativo dell’uomo: l’infanzia.
La giostrina fa parte dell’originale progetto del 1937 di Munari “macchina inutile”. Il lavoro, uno dei più importanti dell’artista, comprende una serie di “oggetti mobili colorati” ispirati ai ricordi d’infanzia di Munari stesso: un’altalena appesa al soffitto e fogli di carta colorati che tagliava e lanciava in aria.
“Inutili”, perché da esse non producono niente di funzionale e commerciabile. Ma in realtà utili, perché «producono beni di consumo spirituale (immagini, senso estetico, educazione del gusto…)». Proprio come i giochi dei bambini!
In questa giostrina, ripresa dalla pedagogia montessoriana, le proporzioni tra le parti bianche e nere delle immagini, le distanze delle bacchette e le loro diverse lunghezze, sono espressione di un intento ben preciso dell’artista: l’innato senso dell’ordine presente nell’uomo fin dalla nascita.
Il gioco di contrasto tra le parti bianche e quelle nere, rende il mobile di Munari il materiale perfetto da proporre a neonati di 3-6 settimane di vita. A quest’età i bebè riescono a distinguere solo questi due colori.