Il puzzle è uno dei giochi più diffusi e famosi che esistano. Piace a tutti da sempre, piccoli e grandi, e consiste in un’azione di riordino con diversi gradi di difficoltà.
Ma perché continua ad avere negli anni tutto questo grande successo?
Scopriamolo insieme.
PERCHÉ I PUZZLE PIACCIONO?
Alcuni esperti hanno cercato di dare una risposta a questa domanda: hanno notato che ciò che bambini e bambine fanno fin dalla nascita è cercare di costruirsi un’immagine del mondo. Ecco che allora ricostruire l’immagine di un puzzle è effettivamente una riaffermazione del proprio impegno conoscitivo. Ricreando l’immagine, il tuo bambino o bambina ha l’occasione di esercitare il proprio controllo sulla realtà. Questo è possibile sia attraverso la propria conoscenza, sia attraverso la propria azione creativa ed è senza dubbio fonte di grande soddisfazione.
I puzzle sono dei giochi estremamente versatili, perché permettono a chi lo usa di mettere alla prova le proprie capacità sotto vari punti di vista e di sviluppare molte competenze fondamentali:
- la coordinazione oculo-manuale: osservando l’immagine intera, bambini e bambine cercano i pezzi corretti, li ricollocano mentalmente all’interno della figura di partenza e li uniscono per ricostruirla.
- la manualità fine, ossia la capacità di tenere in mano e manipolare oggetti sempre più piccoli. Bambini e bambine nei primi mesi di vita “scoprono” le proprie mani e a partire dai 9 mesi iniziano a sviluppare la “presa a pinza” usando il pollice e l’indice per afferrare gli oggetti.
- la pazienza: il puzzle richiede anche sempre un certo tempo per essere completato. Attraverso questa attività, bambini e bambine capiscono anche il concetto di procedere per tentativi e sviluppano capacità logiche e di ragionamento rispetto al problema che devono risolvere.
- la percezione spaziale: mentre il tuo bambino o bambina decide dove posizionare i pezzi per ricostruire l’immagine, senza accorgersene impara i concetti di sopra/sotto e di destra/ sinistra. Quello che fa durante il gioco è creare una mappa spaziale dell’illustrazione orientandosi al suo interno.
IL PUZZLE: UNA SFIDA DA CALIBRARE
Il puzzle è un’attività estremamente completa e ne esistono diverse tipologie, il che crea non poca confusione quando si deve scegliere quello più adatto. È importante ricordare che tutti i pregi educativi che un puzzle può presentare rimangono validi solo se il grado di difficoltà è calibrato correttamente rispetto alle capacità del bambino e della bambina. In caso contrario non riuscirebbe a risolvere il puzzle ed emergerebbe un senso di frustrazione (qui ne parliamo più approfonditamente).
Quello che bisogna sempre ricercare quindi è un equilibrio fra il grado di sfida e il rischio di noia in cui bambini e bambine possono incorrere con un gioco troppo semplice rispetto alle loro capacità.
Per usare le parole di Lev Semenovic Vygotskij, uno psicologo russo che si è occupato soprattutto di educazione, “Bisogna accompagnare il bambino all’interno della ‘zona di sviluppo prossimale’”, quella fase dell’apprendimento in cui è estremamente ricettivo e apprende, ma trattandosi di abilità nuove, ha bisogno di essere accompagnato da un educatore che lo sostenga nell’acquisizione di nuove capacità.
I PUZZLE ADATTI A BAMBINI E BAMBINE FINO AI 2 ANNI
Per un primo livello di difficoltà puoi iniziare proponendo al tuo bambino o bambina dei puzzle anche molto semplici.
Dovranno essere composti da pochi pezzi, anche solo due o tre, e piuttosto grandi. Questo è importante perché fino ai 9 mesi circa bambini e bambine devono ancora mettere a punto la propria capacità di presa con le mani (grazie all’opposizione fra pollice e indice), quindi non riescono ancora a essere molto precisi. Pezzi di una dimensione appropriata servono per invogliarli al gioco senza che lo vedano come una sfida troppo difficile.
Un altro fattore che rende i puzzle più semplici è che siano ad accostamento invece che ad incastro: se i bordi dei singoli pezzi sono lisci, l’immagine si distingue più chiaramente ed è più facile completarlo.
Per iniziare a conoscere il gioco del puzzle, può essere divertente approfittare di un approccio sensoriale ai materiali. Un esempio di puzzle che funziona in questo modo sono i mattoncini puzzle che uniscono alla varietà dei colori, anche una varietà di materiali e consistenze. Questo consolida il ricordo e facilita l’apprendimento, perché asseconda la curiosità.
PIÙ PEZZI PER BAMBINI E BAMBINE DAI 3 ANNI IN SU
Quando si vuole proporre un gioco più stimolante, si può passare a puzzle con più pezzi, magari di dimensioni un po’ ridotte e da realizzare con gli incastri invece che con il semplice accostamento.
Uno dei vantaggi di un gioco più complesso è che il genitore può intervenire: giocare insieme e trasformare un solitario in un gioco di società è sempre stimolante. Ad esempio, si può chiedere se il pezzo che il bambino o la bambina ha in mano va sotto o sopra all’interno della figura che sta creando, in modo che familiarizzi con questi concetti spaziali.
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